Intelligenza Artificiale, la sfida è l’interazione tra uomo e tecnologia

Puntare sull’Intelligenza Artificiale per orientarsi nella complessità. È la scommessa su cui ha puntato un numero crescente di imprese proprio nell’anno della pandemia: secondo le ultime stime, nonostante le restrizioni il mercato italiano dell’AI è cresciuto del 15% rispetto al 2019. Oggi vale circa 300 milioni di euro ed è orientato su progetti specifici: forecasting, anomaly e object detection, ma anche chatbot e virtual assistant.

Le imprese italiane, dunque, si affidano all’AI per fare stime, individuare in anticipo rischi e pericoli o per ricevere assistenza nel momento in cui sono chiamate a prendere decisioni sul loro business. Come per tanti altri aspetti rilevanti della vita sociale ed economica, la pandemia sembra aver rappresentato un punto di svolta. La crisi sanitaria non ha fermato l’innovazione, anzi ne ha orientato l’evoluzione con un’ulteriore e decisa accelerazione. L’attenzione si è concentrata soprattutto sulle applicazioni più direttamente collegate alla gestione delle relazioni online: è emersa la necessità di creare versioni virtuali degli spazi fisici, divenuti inaccessibili per via delle rigide limitazioni agli spostamenti, e si è avvertito il bisogno di affiancare alle abilità dell’uomo le potenzialità della tecnologia.

The next human technology è da sempre il payoff di Revobyte, system integrator italiano specializzato nell’ICT e nella Logistica integrata. Il gruppo romano, che ha unito sotto un nuovo marchio una tradizione pluriennale nell’offerta di soluzioni digitali per migliorare i processi di business, è deciso a dire la sua anche in questo ambito. E guarda all’AI come a un ambito da presidiare e su cui convogliare sforzi e investimenti.

“Il nostro payoff cerca di unire l’uomo e la tecnologia, sotto diversi aspetti: nel nostro lavoro teniamo conto di quanto sia importante il fattore umano, dalle esigenze dei nostri clienti al rapporto con i nostri colleghi. Proprio per questo realizziamo soluzioni che permettono un’estensione delle capacità umane”, dice Francesco Sirabella, Managing Director di Revobyte. “Soprattutto, non dimentichiamo mai che dietro alla tecnologia ci sono le persone, le ‘nostre’ persone, che per prime rappresentano al massimo il concetto di human technology”. Esperti di tecnologia, senza dubbio, ma prima di tutto persone in contatto con la tecnologia.

L’AI diventa un fattore strategico

L’interazione tra uomo e macchina, nell’idea di Revobyte, parte dalle capacità umane per progettare e realizzare soluzioni innovative in grado di ‘imitare’ e replicare quelle abilità, ampliandole e rendendole applicabili a situazioni complesse. Non solo produrre innovazione, ma fare del fattore umano l’elemento centrale: l’obiettivo è rendere ogni contesto di lavoro più facile da gestire, accrescendone al contempo l’efficienza.

Di AI in effetti si parla ormai da decenni, ma è solo da qualche anno che questo insieme di tecnologie ha preso forza, affermandosi come una delle frontiere obbligate per chiunque voglia dare un contributo significativo al processo di digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico delle imprese. “Quando si sarà nutrita di tutti i dati esistenti al mondo, stimati in circa 5 miliardi, l’AI probabilmente diventerà invisibile e nessuno ne parlerà più, nonostante il ritmo incredibilmente veloce impresso ai progressi tecnologici”, dice Sirabella. “Vincerà chi sarà in grado di impostare un’adeguata infrastruttura”.

L’AI è per Revobyte un fattore strategico, in cima alle priorità d’azione. Il gruppo romano ha già da tempo intrapreso una serie di iniziative finalizzate allo sviluppo di progetti innovativi di Intelligenza Artificiale. Si va dall’inserimento nell’organico aziendale di nuove figure specializzate alla promozione di alleanze e partnership strategiche con realtà complementari, animate dalla stessa visione innovativa, fino alla possibilità di valutare acquisizioni di aziende e startup con particolari connotati di innovatività e capacità progettuale specifica.

L’azienda è decisa a non restare indietro in un mercato, ancora in grado di esprimere tanto in termini di innovazione e capacità di apportare miglioramenti significativi ai processi funzionali allo sviluppo economico e al benessere del sistema. “Vogliamo contribuire a disegnare un progetto innovativo che risponda a logiche nuove, sostenibili e inclusive. Una soluzione che metta al primo posto la sostenibilità ambientale e sociale, che sia attenta al consumo energetico e delle materie prime, che sia rispettosa delle persone e garante della privacy, che torni a unire e includere”.

Intelligenza artificiale, ai, Revobyte, Francesco Sirabella


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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