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UK, i meeting “infruttuosi” sono la norma

Le riunioni di lavoro non sono sempre indispensabili, anzi. Per tre quarti degli inglesi gli incontri “inutili e infruttuosi” fanno parte della routine di lavoro. Nel Regno Unito 6 dipendenti su 10 ammettono di aver partecipato almeno una volta a un meeting che non ha avuto alcun esito positivo.

La scarsa produttività delle riunioni britanniche è confermata da una ricerca condotta da MatchWare. Per tre quarti dei lavoratori intervistati almeno il 30% dei meeting si è rivelato “pointless”, ovvero inconcludente e infruttuoso.

Un dipendente su 5 ritiene che almeno la metà delle riunioni organizzate sul posto di lavoro produca zero risultati.

Secondo MatchWare, questo genere di incontri non solo finisce per far perdere tempo prezioso ai dipendenti, danneggiare la produttività dell’azienda e ridurne le opportunità di business, ma può anche avere effetti negativi sul morale del team di lavoro.

“Il problema non è affatto confinato al Regno Unito”, avverte Ulrik Merrild, MatchWare Sales Director. “Le riunioni senza risultato stanno diventando troppo frequenti nelle compagnie di tutto il mondo”.

La ricerca ha coinvolto più di mille britannici e un totale di 4mila lavoratori a tempo pieno tra Stati Uniti, Francia e Germania. Le riunioni negli uffici tedeschi si sono rivelate le più efficienti: appena il 3% ammette che il 30% degli incontri sia inutile. Solo 2 lavoratori tedeschi su 5 ritengono che i meeting infruttuosi siano diventati la norma, contro l’86% degli statunitensi e il 77% dei francesi.

 

Fonte: Workplace Insight

benessere organizzativo, lavoro in team, UK, riunioni di lavoro, MatchWare


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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