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Empatia, allenamento ed etica per nutrire la fiducia in se stessi

L’emergenza sanitaria della prima metà del 2020 ci ha costretti al distanziamento sociale e ha aumentato la paura delle persone verso il futuro. Ma ora è il momento di agire e di trovare il coraggio di prendersi le proprie responsabilità personali per ripartire con fiducia in se stessi.

Potremo accogliere ‘il nuovo’ solo se sapremo chi siamo e se accetteremo ‘l’altro’ come qualcuno o qualcosa di differente da noi. Il rischio maggiore, dopo questa esperienza di distanziamento sociale, è quello di far tornare tutto come prima. Invece, essere se stessi significa cambiare nell’ambito di nuove situazioni e ripensare il modo in cui viviamo e lavoriamo, il nostro stile di vita. In questo contesto, i manager delle Risorse Umane possono giocare un ruolo fondamentale per stimolare le altre persone ad accrescere la fiducia in se stessi.

Parole di Management è Media Partner dell’edizione 2020 de Il Convivio di Persone&Conoscenze, il più grande evento dedicato ai temi HR organizzato dalla casa editrice ESTE e dalla sua rivista Persone&Conoscenze, il cui tema portante è proprio la fiducia in se stessi. Ma come si attiva questa fiducia? Alla domanda hanno cercato di rispondere i relatori dell’evento che hanno condiviso le loro diverse esperienze.

L’empatia dei leader per coltivare la saggezza

Una prima riflessione riguarda management e leadership e comporta la creazione di un futuro e di una società densa di empatia e cura: è questa la convinzione di Ikujiro Nonaka, Professore emerito dell’Università di Hitotsubashi. “Il ruolo dei leader saggi è quello di entrare in empatia con tutti, comprendendo nel profondo persone e ambiente, in modo che possano sapere cosa fare per aiutare i team a far emergere il bene comune per la società. Il senso dell’esistenza delle imprese non deve essere solo produrre profitto, ma contribuire a rendere la società un posto migliore”.

I leader, nel pensiero di Nonaka, dovrebbero maturare la consapevolezza che le organizzazioni esistono non solo per gli azionisti, ma anche per i datori di lavoro, i clienti e la società. Devono diventare ‘saggi’ e lottare per un bene maggiore delle persone dentro e fuori le loro aziende, usando il loro potere organizzativo e la loro creatività.

Le sfide per i leader, quindi, riguardano due ambiti: “Il primo è coltivare la forza spirituale interna, la determinazione a resistere all’imminente pressione economica e sociale che porta a concentrarsi principalmente sui risultati a breve termine e sulla massimizzazione dei valori degli azionisti. In secondo luogo – ma questo è l’aspetto più importante – i leader devono coltivare una ‘mente saggia’ per vedere qual è la cosa ‘giusta’ da fare in ogni momento”.

Per coltivare la saggezza, i leader devono entrare in empatia con gli altri. E per entrare in empatia a un livello profondo, i leader devono sviluppare un’acuta sensibilità e coltivare loro stessi un cuore compassionevole che può catturare i sentimenti degli altri. “I leader devono mettersi nei panni degli altri e trascendere il proprio ego, pianificando il futuro che aspirano a vedere nella società e mostrando ai loro colleghi scenari su come agire per realizzare quel futuro”, conclude Nonaka.

La fiducia si crea con allenamento e passione

Chi è abituato a contare sulla propria forza è Franca Fiacconi, unica donna italiana vincitrice della Maratona di New York, Dottoressa in Scienze motorie e Runners coach. “I risultati che ottiene un atleta sono legati all’allenamento, al lavoro duro, alla rinuncia a tante cose. Anche fuori dagli allenamenti, in altri contesti, mi sono sempre ricordata di essere una atleta con uno stile di vita adeguato alla professione”.

Questo principio è stato poi applicato da Fiacconi dopo la carriera sportiva, nel mondo del lavoro, attraverso impegno, serietà, fatica e passione. “La preparazione consente di avere fiducia in se stessi, unita alla grande passione che deve venire prima del guadagno economico e deve essere il vero motore del successo”.

Le persone, secondo Fiacconi, sono i primi allenatori di se stessi e devono guardare dentro di loro perché “nelle gare sportive e nel mondo del lavoro sono sole”. La maratona è un esempio perfetto di questa solitudine, dalla quale deve emergere “la capacità di ascoltarsi e di gestirsi, senza distrazioni”.

Ognuno certamente ha i propri limiti e ci sono persone con ‘ansia da prestazione’, sulla quale “si può fare un lavoro mentale per comprendere che nessuno ci giudica e bisogna confrontarci solo con noi stessi, accettando con serenità quello che succede”.

La fiducia porta alla luce sentimenti ed etica

Nel corso della vita viaggiamo in compagnia di tre ‘personaggi’: incertezza, imprevedibilità e inevitabilità. Lo sostiene Gian Piero Quaglino, accademico ed esperto di formazione, già Professore ordinario di psicologia della formazione dell’Istituto di Psicologia Analitica. “La tecnologia, per esempio, rappresenta l’inevitabilità. L’imprevedibile è la pandemia, ma non è necessariamente inevitabile e diventa pericoloso quando non ci siamo preparati prima al suo arrivo. L’incertezza riguarda il nostro continuo dubitare di noi stessi”.

Riflettere su queste ‘tre I’, secondo Quaglino, può aiutarci a “convergere sul tema della fiducia, fondamento senza il quale non si fa un passo. Il cammino della vita richiede fiducia, che è il nutrimento della nostra ‘maratona’ personale”. Nel pensiero di Quaglino, la fiducia è “una responsabilità etica nei confronti di se stessi che si può trasmettere agli altri come esempio etico”.

Fare leva sulla fiducia permette di recuperare educazione sentimentale: “La fiducia illumina il mondo dei sentimenti”, sostiene Quaglino. “Essere fedeli a se stessi significa che, per quanto forti siano le richieste provenienti dal mondo esterno, si deve credere nelle proprie capacità anche se ciò risulta ‘anticonformista’. Il mondo della formazione deve ricominciare da questi fondamenti per ritrovare il filo che lega i sentimenti all’etica“.

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Gabriele Perrone

Gabriele Perrone, giornalista professionista con oltre 10 anni di esperienza, è redattore della casa editrice ESTE. Nel corso della sua carriera ha lavorato per importanti gruppi editoriali, dove ha maturato competenze sia in ambito redazionale sia nelle pubbliche relazioni. Negli anni si è occupato di economia, politica internazionale, innovazione tecnologica, management e cultura d'impresa su riviste cartacee e giornali online. Ha presentato eventi e ha moderato tavole rotonde con protagonisti manager di aziende di fronte a professionisti di vari settori in location di alto livello. Tra le sue esperienze lavorative precedenti, ci sono quelle al quotidiano online Lettera43.it e in LC Publishing Group, oltre a numerose collaborazioni con testate italiane e straniere, da Pambianco all'Independent. Laureato in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Milano, ha conseguito un postgraduate diploma alla London School of Journalism.

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