Brescia, la Leonessa ferita che onora i debiti

FabbricaFuturo fa tappa ancora in Lombardia. Nel Bresciano c’è la più alta concentrazione di aziende dopo Milano.

Per un vero rilancio, la Manifattura deve guardare avanti. La fase più acuta dell’emergenza coronavirus ha dimostrato tutti i vantaggi dell’aver investito in tecnologia e digitalizzazione, per rendere i processi produttivi flessibili, interconnessi e capaci di reagire a cambiamenti repentini di scenario. Una lezione che vale anche per il dopo emergenza: di cosa hanno bisogno oggi le imprese per agganciare la ripartenza?

Parole di Management ha deciso di chiederlo direttamente alle aziende. Il nostro quotidiano è Media Partner di FabbricaFuturo, il progetto multicanale della casa editrice ESTE che attraversa virtualmente le città italiane per scoprire la ricetta giusta per il rilancio del Manufacturing. Tutte le storie della ripresa, raccolte in questo viaggio, sono pubblicate nella sezione “Fabbrica e Futuro?” di Parole di Management. Dopo aver conosciuto le esperienze delle aziende di Lecco e di Bologna, il 2 luglio 2020 il progetto arriva a Brescia per raccontare come le imprese del territorio stanno affrontando l’era post Covid.

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Per comprendere i trend macroeconomici del territorio, Parole di Management si è affidata, come già accaduto in occasione della tappa di Bologna, ai dati elaborati da Cribis, società del Gruppo Crif e parte del Dun & Bradstreet Worldwide Network, l’alleanza tra fornitori locali di business information. Secondo l’analisi della società specializzata in informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, in Lombardia sono 820.386 le imprese attive. Subito dopo Milano, che conta 306.409 aziende (il 37,3% del totale), Brescia è la seconda provincia lombarda per numero di attività con 106.236 imprese attive, pari al 12,9% di tutte quelle operanti nella regione.

Il 7,6% di imprese bresciane ha una buona attitudine digitale

Ancora una volta sono due gli aspetti esaminati con più attenzione: la digital attitude e l’internazionalizzazione. L’analisi di Cribis individua il numero di imprese bresciane che ottengono ottimi punteggi in entrambi gli ambiti. L’attitudine digitale misura gli investimenti in Digital marketing e per la Digital transformation, ma anche la copertura della banda larga nel Comune in cui ha sede l’azienda e l’utilizzo del canale Internet per il business (sia sotto forma di sito web, purché strutturato, efficace e aggiornato, sia sul fronte dell’attività di ecommerce).

A Brescia sono 7.574 le imprese con punteggi elevati. Si tratta del 7,6% di tutte le attività produttive della provincia. La città è appena sotto Milano, che vanta il 7,9% di imprese a forte vocazione digitale: nel capoluogo lombardo sono 22.903 le realtà che meritano gli score più elevati sul fronte digitalizzazione. Seguono, nell’ordine, le aziende di Bergamo (5.874), Como (2.931) e Cremona (1.344).

Più della metà delle aziende è puntuale nei pagamenti

Nonostante il rallentamento globale e le difficoltà di gestione delle filiere più lunghe, l’export resta centrale per il rilancio del sistema produttivo italiano. Anche a Brescia l’apertura verso l’estero potrebbe essere determinante per aiutare le aziende ad affrontare la crisi. Le organizzazioni del territorio lo hanno capito da tempo, visto che sul fronte internazionalizzazione i numeri sono più elevati: sono 9.161 le imprese bresciane più abili nel guardare oltre i confini italiani, circa il 9,3% di tutte le aziende della provincia.

L’analisi di Cribis tiene conto, in questo caso, di differenti fonti informative, dalle Camere di Commercio ai bandi del Mise, dall’appartenenza a un gruppo societario ai rapporti con la Pubblica amministrazione. In Lombardia, tra le più aperte all’internazionalizzazione, le più numerose sono le aziende milanesi: 27.980, ben il 9,7% delle imprese della provincia. Fanno registrare buoni punteggi anche Bergamo e Como, con rispettivamente 7.361 e 4.144 aziende tra quelle a più alta vocazione internazionale.

Le imprese bresciane si rivelano poi tra le più puntuali nei pagamenti, superando sia la media lombarda sia quella nazionale. Oltre la metà delle aziende, il 54,8%, paga le fatture alla scadenza, contro il dato regionale del 43,7% e quello nazionale che si ferma al 34,9%. A Brescia il 40,6% delle organizzazioni salda i propri conti entro 30 giorni dalla scadenza, cifra che sale al 49,5% in tutta la Lombardia. Appena il 4,6% supera il mese di ritardo.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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