Lavoro, il Covid penalizza Made in Italy e precari

La crisi sanitaria ha fermato le assunzioni: in cinque mesi sono calate del 43%

Il mercato del lavoro stenta a ripartire. Secondo gli ultimi dati comunicati dall’Inps, nei primi cinque mesi del 2020 le assunzioni sono calate del 43% rispetto allo stesso periodo del 2019. Da gennaio a maggio, rivela l’Osservatorio sul precariato pubblicato dall’Istituto, nel settore privato sono stati firmati 1,795 milioni di nuovi contratti.

Mentre si discute di riduzione dell’orario di lavoro, a parità di stipendio, per favorire l’ingresso di nuova forza lavoro nel mercato, i dati dicono che la strada per la ripresa dell’occupazione è ancora in salita. A maggio 2020 si è registrata una leggera crescita delle assunzioni rispetto ad aprile (293mila), ma siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid (a gennaio erano 583mila) e da maggio 2019 (740mila contratti in meno). Il calo è stato più contenuto per le assunzioni a tempo indeterminato (-30,7%).

Anche se c’è chi prova a invertire la tendenza, il mercato del lavoro resta, infatti, polarizzato: mentre i lavori più stabili continuano a beneficiare del blocco dei licenziamenti e crescono anche leggermente (+236mila contratti a tempo indeterminato), tutte le incertezze del momento e i costi della pandemia si ripercuotono sulle posizioni lavorative più deboli.

Scende il numero dei contratti a termine (-552 mila), dei lavoratori stagionali (-209 mila), dei somministrati (-154 mila) e degli intermittenti (-92 mila). A pesare, oltre alla pandemia, sono state anche le rigide regole del decreto Dignità, ora attenuate dal decreto Agosto fino a fine 2020.

In aumento a luglio le ore di Cassa integrazione

Non sorprende, quindi, che a luglio 2020 siano tornate a salire le ore di Cassa integrazione d’emergenza richieste dalle imprese. Ci si è attestati a quota 449,6 milioni di ore, con un incremento del 10% dopo la forte frenata di giugno. In totale, dal 1 aprile al 31 luglio, le ore di ammortizzatore autorizzate dall’Istituto sono state oltre 2,5 miliardi.

In particolare, a luglio si è registrato un ampio ricorso alla ‘nuova’ Cig ordinaria d’emergenza da parte di alcuni settori core della Manifattura: macchine meccaniche ed elettriche, metallurgico, costruzioni, tessile-abbigliamento, auto e trasporti. Cinque comparti che, da soli, hanno assorbito il 63% delle ore di sussidio autorizzate per tutto il mese.

Soffre in maniera generalizzata il Made in Italy. A usufruire della Cassa integrazione in deroga sono soprattutto i settori commercio, alberghi e ristoranti, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi. Secondo un’elaborazione della Uil i sussidi emergenziali, tra aprile e luglio, hanno salvaguardato circa 3,7 milioni di posti di lavoro, grazie anche al blocco dei licenziamenti economici ancora in vigore.

Aumenta il fatturato dell’industria, primo rimbalzo post lockdown

Se il mercato del lavoro è ancora bloccato, l’industria sta vivendo una prima fase di recupero. A giugno 2020 l’Istat ha rilevato un aumento del fatturato del 13,4% rispetto a maggio. Dopo l’allentamento delle misure legate all’emergenza sanitaria, si assiste a un primo rimbalzo del fatturato e degli ordinativi, nonostante resti ampio il divario con lo stesso periodo dell’anno scorso (-16,4%).

La crescita del fatturato riflette i risultati positivi registrati tanto sul mercato interno (+13%) quanto su quello estero (+14,1%). A trainare gli ordinativi nel mese di giugno sono, invece, soprattutto le commesse del mercato domestico che segnano un balzo del 26,4%, in particolare nel settore dei trasporti. La farmaceutica è l’unico settore che registra, rispetto al 2019, indici migliori sia per fatturato sia per ordinativi. Male il tessile, che non è ancora ripartito.

Infine, ad agosto 2020 l’Istat stima un aumento del clima di fiducia dei consumatori, che secondo l’Istituto di statistica sarebbe trainato dal miglioramento delle aspettative sulla situazione economica del Paese e sulla disoccupazione. Un diverso atteggiamento su cui potrebbero aver inciso le notizie provenienti da Bruxelles, con il varo del programma Sure, il nuovo strumento europeo di sostegno contro i rischi di disoccupazione derivanti dall’emergenza Covid, e la proposta di destinare all’Italia risorse per 27,4 miliardi di euro. Cresce anche il clima di fiducia delle imprese, per il terzo mese consecutivo: diffuso a tutti i settori, si mostra più marcato per i servizi e più contenuto per l’industria.

 

industria, occupazione, Covid, cassa integrazione, assunzioni


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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