giovani burnout

Giovani e già in burnout

Sempre più giovani lavoratori segnalano sentimenti di esaurimento, il cosiddetto burnout. Un sondaggio del 2021 di Indeed, sito dedicato alle offerte di lavoro, ha mostrato che i Millennial e la Generazione Z hanno registrato tassi più alti di questo disturbo rispetto alle altre categorie di lavoratori, rispettivamente il 59% e il 58% (di contro al 54% della Generazione X e al 31% dei Baby Boomer).

Interrogandosi su quali potrebbero essere le ragioni alla base alla diversa distribuzione del fenomeno, gli esperti hanno individuato alcuni aspetti comuni ai due gruppi. Nonostante, infatti, i fattori di stress legati alla pandemia abbiano inciso in maniera trasversale, elementi come la mancanza di potere sul lavoro, l’instabilità finanziaria e la normalizzazione di quello che potremmo definire culto del superlavoro hanno pesato, soprattutto, sui più giovani. E sebbene tutte le generazioni si debbano destreggiare tra mansioni oberanti, i nati tra la fine degli Anni 90 del secolo scorso e i primi Anni 10 del Terzo Millennio, essendo da poco entrati nel mondo del lavoro, hanno meno potere di stabilire confini e, quando necessario, di opporsi a certe richieste.

Essere in burnout significa sentirsi costantemente stanchi ed esauriti, nel tentativo di sembrare lavoratori impeccabili. Dal punto di vista di Kim Hollingdale, Visiting Professor of Psychology presso la Pepperdine University della California e psicoterapeuta specializzata nel recupero da burnout, il fattore economico contribuisce nettamente allo stressUn sondaggio dell’azienda di consulenza Deloitte del 2021, ripreso dalla Bbc, ha mostrato che il 41% dei Millennial e il 46% della Generazione Z si sentiva stressato per tutto o per la maggior parte del tempo dalla propria situazione finanziaria. Naturalmente, anche i lavoratori più anziani hanno subìto pressioni simili all’inizio della loro carriera, ma per Hollingdale questi fattori di stress sono più acuti in questo momento.

L’influenza dei social media e della pandemia

Attualmente, l’aumento dell’inflazione sta spingendo al rialzo i prezzi in tutto il mondo e la retribuzione dei lavoratori non tiene il passo. Per pagare le bollette e avvicinandosi a traguardi come la proprietà di una casa, Hollingdale ha raccontato che i lavoratori della Generazione Z si sentono spinti a svolgere un lavoro aggiuntivo, aumentando potenzialmente le possibilità di esaurimento, come documentato dai ricercatori che hanno mostrato il legame tra lunghe ore di lavoro e il burnout. L’ultimo Work trend index di Microsoft, pubblicato a marzo 2022, ha mostrato che il 70% della Generazione Z stava punta a un reddito aggiuntivo tramite un progetto collaterale entro il 2023: l’imprenditorialità e la creazione di contenuti sono così diventate sempre più comuni fra i lavoratori di questa fascia d’età.

Anche il tempo trascorso sullo schermo dei dispositivi elettronici potrebbe esacerbare il problema: i più giovani, infatti, utilizzano i social media per rilassarsi con più frequenza. Alcune ricerche mostrano che trascorrono 4,5 ore ogni giorno su queste piattaforme, quasi un’ora in più rispetto ai Millennial: ciò può rendere più difficile ignorare le notifiche di lavoro che compaiono costantemente.

Oltre a questi fattori di stress generali, la Generazione Z sta affrontando anche sfide uniche legate alla pandemia e ai cambiamenti che ha imposto al mondo del lavoro. Molti giovani hanno iniziato a lavorare per la prima volta durante l’emergenza sanitaria e hanno conosciuto il lavoro solo nella sua versione a distanza o in quella ibrida. “È molto difficile inserire le persone in una nuova organizzazione e permettere loro di costruire e mantenere relazioni efficaci all’interno dell’azienda quando tutti lavorano a casa”, ha spiegato Peter Caven, Managing Director di Launched, socierà di consulenza canadese. Questo isolamento, ha sottolineato il manager, può portare all’esaurimento.

Come ha spiegato la Bbc, è di certo preoccupante che così tanti giovani stiano già segnalando sentimenti di burnout nelle prime fasi della loro carriera. Capire perché si sentono sopraffatti dal lavoro e quali fattori alimentano questo sentimento diffuso è la chiave per aiutare un’intera generazione a muovere i primi passi nel mondo del lavoro senza rimanerne schiacciata.

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Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

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