Marche: la ripresa c’è, ma pure il gap digitale

Meno del 6% delle imprese eccelle in digital attitude e internazionalizzazione.

Secondo l’ultima indagine sugli effetti del Covid-19 sulle imprese italiane condotta da Confindustria a luglio 2020, le Marche sono una delle regioni che ha registrato una più forte ripresa rispetto ad aprile 2020. Si è assistito, infatti, a un generale miglioramento sia in termini di riduzione del fatturato (passato da -63,6% a -23,8%) sia in termini di ore lavorate (da -44,4% a -9,7%). A oggi più dell’87% dei dipendenti di imprese marchigiane ha fatto ritorno in sede. La risalita, insomma, è cominciata.

Qual è la ricetta delle imprese marchigiane per rilanciare il Manufacturing? A raccontarlo sono le stesse aziende: il 22 settembre 2020 FabbricaFuturo, il progetto multicanale della casa editrice ESTE di cui Parole di Management è Media Partner, fa tappa – virtualmente – nelle Marche. Dopo aver ascoltato le voci delle aziende di Lecco, Bologna, Brescia e Venezia, tutte raccolte nella sezione “Fabbrica e Futuro?” di Parole di Management, tocca ora alle imprese marchigiane condividere la loro esperienza nell’era del post Covid.

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Per comprendere i trend macroeconomici del territorio, Parole di Management si è affidata, come già accaduto in occasione delle tappe di BolognaBrescia e Venezia, ai dati elaborati da Cribis, società del Gruppo Crif e parte del Dun & Bradstreet Worldwide Network, l’alleanza tra fornitori locali di business information.

Secondo l’analisi della società specializzata in informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, nella regione sono 144.504 le imprese attive. La provincia più prolifica è Ancona, che da sola raccoglie il 26,7% delle realtà produttive del territorio con 38.626 imprese. Seguono Pesaro e Urbino (33.996) e Macerata (32.861), mentre restano vicine alla soglia delle 20mila imprese le città di Ascoli Piceno (20.400) e Fermo (18.621).

Solo il 6% delle aziende ad alta vocazione digitale

Anche per questa tappa, due sono gli aspetti esaminati con più attenzione: la digital attitude e l’internazionalizzazione. L’analisi di Cribis individua il numero di imprese marchigiane, provincia per provincia, che ottengono ottimi punteggi in entrambi gli ambiti. L’attitudine digitale misura gli investimenti in Digital marketing e per la Digital transformation, ma anche la copertura della banda larga nel Comune in cui ha sede l’azienda e l’utilizzo del canale Internet per il business, sia sotto forma di sito web – purché strutturato, efficace e aggiornato – sia sul fronte dell’attività di ecommerce.

In ambito digitale, sono ancora in pochi a raggiungere l’eccellenza. Nelle Marche appena il 5,9% delle imprese può vantare un’ottima digital attitude: sulle oltre 144 mila imprese attive, soltanto 8.176 soddisfano i requisiti per ottenere lo score più alto.

Il numero più alto si trova ad Ancona, che ospita 2.480 aziende ad alta vocazione digitale, pari al 6,7% di tutte le imprese della provincia. Medaglia d’argento per Pesaro e Urbino, con 1.979 imprese innovative, il 6,1% quelle della provincia. Si fermano attorno al 5% le realtà più orientate al mondo del digitale nelle province di Ascoli Piceno (5,8% con 1.138 imprese), Macerata (5,4% con 1.676) e Fermo (5,1% con 903 imprese).

Ancona la più internazionale, Pesaro e Urbino puntuale nei pagamenti

Poco più bassi i dati sul fronte internazionalizzazione. In tutta la Regione a ottenere ottimi posizionamenti a livello di apertura all’estero è il 5,6% delle imprese, pari a 7.735 realtà produttive. L’analisi di Cribis tiene conto, in questo caso, di differenti fonti informative, dalle Camere di Commercio a certificazioni e bandi del Mise, dall’appartenenza a un gruppo societario ai rapporti con la Pubblica amministrazione, passando anche per l’uso di social network ed ecommerce rivolti a clienti stranieri.

Capofila resta sempre Ancona: 1.877 aziende interagiscono con il mercato estero, vendendo i propri prodotti, acquistando da fornitori, trovando fonti di finanziamento o stringendo alleanze con partner stranieri. Appena il 5,1% di tutte le aziende della provincia.

A livello percentuale, fa meglio Fermo con l’8,5% delle imprese di tutta la provincia forti sul fronte estero: sono 1.495 le aziende che ottengono i punteggi più elevati. Crescono i numeri a Pesaro e Urbino (1.837, pari al 5,6%) e a Macerata (1.698, pari al 5,5%), ultima Ascoli Piceno con appena 828 realtà produttive votate all’internazionalizzazione, il 4,2% del totale della provincia.

Quanto alle abitudini di pagamento, le imprese delle Marche fanno meglio di altre. Quattro aziende su 10 saldano le fatture alla scadenza, contro la media nazionale del 34,9%. Poco più della metà delle organizzazioni paga entro 30 giorni dal termine, nel Centro Italia la media è del 57%. Appena il 9,1% supera il mese di attesa. La provincia più virtuosa è quella di Pesaro e Urbino, con il 45,6% di aziende puntuali con le scadenze. Superano la media regionale anche Macerata e Fermo.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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